Un bianco che apre uno squarcio di luce sulla regione di Vinho Verde e sulla capacità espressiva di larga parte dei bianchi portoghesi del nord: un vero e proprio punto di riferimento.
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«Crediamo in una viticoltura naturale rispettosa del territorio, delle sue risorse e della sua biodiversità: il nostro vino, senza finzioni e artifizi è il suo frutto e nasce da uve sane e vive».
Queste le parole di Gabriella e Luciano Chenet, rispettivamente biologa e ingegnere che nel 2014 decidono di stravolgere le loro vite acquistando un vecchio vigneto abbandonato di merlot nel bergamasco, non lontano da Palazzago e da Pontida, in Valcalepio. Oggi a quell’appezzamento hanno affiancato altre vigne per un totale di appena 3 ettari coltivati in biologico. Un luogo molto bello, caratterizzato da esposizioni molto fortunate e da terreni calcareo-argillosi, capaci di trattenere l’umidità necessaria alle piante anche in annate molto siccitose.
«Crediamo in una viticoltura naturale rispettosa del territorio, delle sue risorse e della sua biodiversità: il nostro vino, senza finzioni e artifizi è il suo frutto e nasce da uve sane e vive».
Queste le parole di Gabriella e Luciano Chenet, rispettivamente biologa e ingegnere che nel 2014 decidono di stravolgere le loro vite acquistando un vecchio vigneto abbandonato di merlot nel bergamasco, non lontano da Palazzago e da Pontida, in Valcalepio. Oggi a quell’appezzamento hanno affiancato altre vigne per un totale di appena 3 ettari coltivati in biologico. Un luogo molto bello, caratterizzato da esposizioni molto fortunate e da terreni calcareo-argillosi, capaci di trattenere l’umidità necessaria alle piante anche in annate molto siccitose.
«Crediamo in una viticoltura naturale rispettosa del territorio, delle sue risorse e della sua biodiversità: il nostro vino, senza finzioni e artifizi è il suo frutto e nasce da uve sane e vive».
Queste le parole di Gabriella e Luciano Chenet, rispettivamente biologa e ingegnere che nel 2014 decidono di stravolgere le loro vite acquistando un vecchio vigneto abbandonato di merlot nel bergamasco, non lontano da Palazzago e da Pontida, in Valcalepio. Oggi a quell’appezzamento hanno affiancato altre vigne per un totale di appena 3 ettari coltivati in biologico. Un luogo molto bello, caratterizzato da esposizioni molto fortunate e da terreni calcareo-argillosi, capaci di trattenere l’umidità necessaria alle piante anche in annate molto siccitose.
Un bianco che apre uno squarcio di luce sulla regione di Vinho Verde e sulla capacità espressiva di larga parte dei bianchi portoghesi del nord: un vero e proprio punto di riferimento.
Regione | Lombardia |
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Vino | Rosso |
Paese | Italia |
Box | Spontaneità |
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