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Ecco i vini che abbiamo scelto per una recente Box Spontaneità

Le Marie​

Arneis Sant'Agostino 2018

Denominazione: Vino bianco

Circa 4.000 bottiglie per un Arneis capace di mostrare due facce: da una parte un carattere alpino, peculiarità geografica che si traduce non solo in una certa mineralità ma anche in una particolare eleganza dei profumi, dall’altra un animo più caldo per un assaggio saporito e avvolgente.

Se il Piemonte è regione che può vantare molte aree produttive famose in tutto il mondo è anche vero che si tratta di territorio caratterizzato dalla viticoltura quasi nella sua interezza, in cui è bello perdersi per scoprire produzioni ingiustamente sottovalutate, spesso dimenticate. È questo il caso de Le Marie, piccola realtà che si trova a Barge, nel cuneese e alle pendici del Monvisio, a sud-ovest di Torino.Circa 9 ettari compresi tra i 400 e i 450 metri dove trovano dimora le varietà più classiche, dal nebbiolo al dolcetto fino alla barbera e all’arneis. In vigna si guarda a un basso impatto ambientale con un occhio al biologico, specie nelle annate più favorevoli come la 2018.

Varietà delle uve: Arneis

Fermentazione: Spontanea

Vinificazione: In acciaio

Maturazione: In acciaio

Certificazione: Nessuna

Thomas Ruanet

Bombadilom 2018

Denominazione: Vin de France

A partire da splendidi appezzamenti di 40 anni nasce un rosso da una fermentazione semi-carbonica, senza alcun controllo della temperatura, capace di portare a vini esuberanti nel frutto ma non eccessivamente strutturati o troppo alcolici. Speziato e fresco, dai tannini morbidi e setosi, colpisce per personalità e per leggiardia.

Pochi altri territori del vino hanno vissuto il fermento produttivo che ha investito il Languedoc negli ultimi anni, zona che oggi rappresenta agli occhi di molti la culla del vino naturale francese. Thomas Rouanet inizia a vinificare nel 2012 a partire da uno splendido vigneto di 5 ettari di famiglia, non lontano dal centro abitato di Creissan, nella zona meridionale della denominazione. Qui, a partire da terreni argillo/calcarei, coltiva le varietà più classiche, in biologico da oltre 30 anni: dalla syrah al grenache, dall'alicante al carignan. Nella produzione dei vini rossi c'è una predilezione per l'uso dei grappoli interi per favorire una certa delicatezza delle texture a fronte di una maggiore estrazione. Missione compiuta.

Varietà delle uve: Carignan, Grenache

Fermentazione: Spontanea

Vinificazione: In acciaio

Maturazione: In acciaio

Certificazione: Nessuna

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Ecco i vini che abbiamo scelto per una recente Box Solo Vini Naturali

Quinta de Palmirinha

Branco 2017

Denominazione: Minho

Un bianco che apre uno squarcio di luce sulla regione di Vinho Verde e sulla capacità espressiva di larga parte dei bianchi portoghesi del nord: un vero e proprio punto di riferimento.

Fernando Paiva, 75 anni, è stato uno dei pionieri della biodinamica portoghese: certificato biologico dall'inizio, dal 2001, ha iniziato poco dopo a interessarsi ai principi steineriani arrivando a una conversione completa nel 2007 (ancora oggi è una delle pochissime cantine certificate Demeter del Paese). Ex professore di storia, ha ereditato 3,5 ettari di vigneto dai suoi genitori, in parte a Bouça Chã e in parte ad Amarante. La sua piccolissima cantina si trova appena fuori il centro abitato di Lixa, nel nord-ovest del Portogallo, nello stesso distretto della città di Porto e della zona in cui nascono i suoi vini più celebri, la valle del fiume Douro.

Varietà delle uve: Azal, Arinto

Fermentazione: Spontanea

Vinificazione: In acciaio

Maturazione: In acciaio

Certificazione: Biodinamica

Rennersistas

Waiting for Tom 2017

Denominazione: Rotwein

Un rosso lasciato maturare in botti di rovere di terzo, quarto e quinto passaggio, non filtrato, non chiarificato, sotto i 10 mg/l di solforosa che nel tempo è diventato un vero e proprio manifesto: del modo di lavorare di questa bella realtà e delle potenzialità del Burgerland e dei vini austriaci in generale.

La famiglia Renner coltiva la vite a Gols, nel Burgerland, dalla fine degli anni 80. È però solo dopo diverse esperienze in giro per il mondo (tra gli altri, dai due Tom a cui dedicano il Waiting for Tom: Matassa in Francia e Shobbrock in Australia) che Stefanie e Susanne tornano nel 2014 a casa, nell'azienda di famiglia, dove prendono in gestione una parte dei vigneti iniziandone la conversione alla biodinamica completata nel 2018 con la certificazione. Un'avventura che le ha portate in pochissimo tempo ad affermarsi come una delle realtà più dinamiche del panorama dei vini naturali austriaci e non solo grazie a vini di grande espressività e personalità.

Varietà delle uve: Blaufrànkisch, Zweigelt, Sankt Laurent

Fermentazione: Arneis

Vinificazione: In acciaio

Maturazione: In tonneaux

Certificazione: Biologica e Biodinamica

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Ecco i vini che abbiamo scelto per una recente Box Complessità

Luigi Maffini

Fiano Pietraincatenata 2018

Denominazione: Cilento

Si tratta probabilmente del più rilevante tra i Fiano prodotti al di fuori della zona storica, quell’Irpinia che negli ultimi anni si è imposta come uno dei più importanti distretti bianchisti italiani.

Luigi Maffini e sua moglie Raffaella Gallo sono tra i protagonisti non solo della viticoltura del Cilento ma anche di quella campana. Negli ultimi anni con grande perseveranza sono riusciti a portare i riflettori della critica anche su questo spicchio di regione, tra le montagne e il mare, tra il Parco Nazionale e Paestum. Tutto ha inizio negli anni 70 con alcuni appezzamenti di famiglia ma è solo a partire da metà dei 90 che quello in cantina diventa il loro impiego a tempo pieno. Da allora sempre lavorando in biologico la piccola azienda di Giungano ha continuato a produrre vini di spiccata identità, capaci di raccontare al meglio questo spicchio di territorio in provincia di Salerno.

Varietà delle uve: Arneis

Fermentazione: Arneis

Vinificazione: Arneis

Maturazione: Arneis

Certificazione: Arneis

Brigatti

Ghemme Oltre il Bosco 2015

Denominazione: Ghemme

Un rosso di grande classicità, ricco e profumato non senza quell'eleganza che caratterizza tutta la produzione di Francesco Brigatti.

Quando il nonno di Francesco iniziò a smettere con i campi per dedicarsi al vino il padre gli diede del pazzo, convinto fosse impossibile sostenere la famiglia vendendo lo sfuso che poi sarebbe finito sulle tavole di tanti ristoranti della zona. Francesco Brigatti, vignaiolo di terza generazione, rivendica con orgoglio le scelte di allora e oggi continua con determinazione a raccontare un territorio, quello delle Colline Novaresi, non così centrale nelle mappe del vino italiane. Prima agronomo e poi produttore Francesco interpreta con grande consapevolezza il suo lavoro, ben conscio dell'importanza dei terreni, ricchi di minerali, e dell'influenza del vicino Monte Rosa, centrale nel caratterizzare la finezza dei suoi rossi.

Varietà delle uve: Nebbiolo

Fermentazione: Spontanea

Vinificazione: In cemento

Maturazione: In botte grande

Certificazione: Nessuna

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